Sauro Cardinali (Spina – PG, 1951 ). Dopo un’attività negli anni settanta nel campo della ricerca teatrale, dal 1980 si interessa alle problematiche relative alla trasformazione dell’immagine e alla sua rielaborazione, attento alla molteplicità dei richiami e delle permanenze simboliche e antropologiche che in essa si agitano.
Negli ultimi anni, con austerità e rigore, ricerca un nuovo ordine definito dalla regola che si dispone come pensiero e modalità della caduta, della dissomiglianza, del bordo e dell’immagine-vortice.
Presenta le opere conosciute come gli “Autoritratti”, i ” Rotoli “, “Le peripezie del nome”, “Il pasto delle farfalle”, “Estasi e Cadute”, “Costituisce un paesaggio”, “Se la materia cade sempre”, fino alla recente serie di “Quando il sogno comincia da espellere il suo sognatore”, “Miele Nuovo” e “L’esattezza del sonnambulo”.
I suoi lavori sono realizzati con un uso che si potrebbe definire “destinale” dei materiali e della parola scritta, del proprio nome e del proprio ritratto, attraverso un costante lavoro di scomposizione e di ricomposizione, di unità e molteplicità della superficie, che permette all’immagine di riapparire, definendo una nuova spazialità e introducendo una profonda riflessione sulla sua natura e definizione.
Nel 2001 è vincitore di un concorso per la sistemazione dell’area di Piazza Augusto Imperatore a Roma, del concorso per un’opera per la Biblioteca Comunale di Foligno e presso la città di Siena, Ha realizzato un opera permanente nel nuovo cimitero di Gubbio e ha allestito personali e partecipato a diverse rassegne in varie città italiane e straniere. Ha insegnato presso le Accademie di Carrara, Bologna, Roma e Perugia.
Tra le mostre I progetti recenti si ricordano: nel 2017, “Nestore, Matrice Argine Marchingegno”, Ex essiccatoio, Castiglione della Valle, Perugia, presentato poi presso la galleria The Flat Massimo Carasi a Milano e VOLTA Art Fair a Basilea; “Cardinal Points” sempre alla galleria The Flat Massino Carasi, Milano; nel 2018, “No Place 4”, ex Ceramica Vaccari, Santo Stefano di Magra; nel 2019, “L’immanenza della Rugiada”, Palazzo Lucarini, Trevi, Perugia. Vive e lavora a Spina e a Milano.