Andando oltre i cliché già ampiamente sfruttati dalla letteratura nel raccontare le travagliate vicende di giovani donne rinchiuse contro la loro volontà, Laura Calderini, scrittrice romana residente ad Orvieto, con la sua nuova prova letteraria inventa un mondo di monache ribelli che, fra le mura di un convento, si tramandano un diario segreto di generazione in generazione.
Un testamento morale che può essere considerato il germe di quell’emancipazione femminile che ancora oggi fatica ad affermarsi e che si inserisce nel filone di movimenti social come #MeToo o di serie TV di successo come “Il racconto dell’ancella”, in cui le voci delle donne si levano contro ogni tentativo di sopraffazione e violenza.
Dopo un intenso lavoro di ricerca, l’autrice, prendendo spunto dal vero diario di una monaca di clausura, ha sviluppato una trama che inizia nel 1500 e si dipana fino ad oggi, sottolineando come la storia si ripeta con echi e riflessi molto attuali, pur avendo radici profonde.
L’incontro con la scrittrice, che rientra nel calendario delle iniziative culturali organizzate dalla Fondazione Luca e Katia Tomassini, è stato moderato da Toni Concina ed Emilio Festa, mentre Federico Fabiani ha letto alcuni brani tratti dal libro.